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La popolazione delle città alpine italiane

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Année 2001 89-1 pp. 75-86

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La popolazione délie città alpine italiane

Fabrizio Bartaletti DISAM-Sezione di Geografia, Universita di Genová -via P.E Bensa, 1, 1-16124 Genová e-mail: bartfbi@unige.it

1. Delimitazione del territorio alpino e definizione di « città »

La crescente importanza che dagli anni '80 ha assunto l'urbanizzazione nelle Alpi italiane ha posto una série di interrogativi sul diverso grado di dipendenza del fenomeno dalle metropoli padané, sull'entità délia periurbanizzazione e délia suburbanizzazione, sulla dotazione funzionale délie città alpine, sul ruolo délie piccole città nel sistema délie città alpine e più in generále di quelle europee. Non meno importante è il problema del consumo dello spazio, che va assumendo contorni drammatici soprattutto nei grandi solchi di fondovalle (sezione centrale délia Valle d'Aosta e délia Valtellina, Bassa Atesina, ecc), dove si concentrano anche i terreni più adatti all'agricoltura: si tratta di una que- stione vitale per le Alpi, délia quale dovremo certo occuparci a brève scadenza. Ma il consumo di spazio è un riflesso dell'urbanizzazione, e lo studio dell'andamento demo- grafico délie città alpine e del loro peso funzionale puô contribuire a dare una risposta ai quesiti cui sopra si accennava. Questo, almeno, è ciô che ci proponiamo di fare in que- sto contributo.

Prima di entrare nel vivo deU'argomento, perô, vorrei precisare entro quali limiti si svolge la ricerca. Le città alpine aile quali ci si riferisce, dunque, sono centri urbani si- tuati all'interno del territorio alpino, delimitato sulla base di criteri di ordine morfologico e demografico ormai largamente collaudati (Bartaletti, 1998), senza alcun riferimento ad eventuali caratteri propriamente "alpini" délie città. Il territorio alpino qui conside- rato è compreso fra Tasse Savona-Cadibona-Ceva e il confine italo-sloveno a nord del- l'asse Sabotino-Cormôns, lasciando dunque esclusi il Carso e le Langhe. I comuni situati entro questo ambito sono attribuiti aile Alpi se il capoluogo si situa a un'altitu- dine uguale o superiore a 500 m. Nel caso di quote via via inferiori, è richiesta un'altezza massima sempře più elevata, che al di sotto dei 1200 m deve essere combinata con la presenza di centri о nuclei abitati ad almeno 400 m o, a seconda délia quota massima, 500 m di altitudine l. Per quanto concerne invece la definizione di "città", anziché accet- tare quelle pur molto pratiche di Bàtzing e di Perlik (10.000 abitanti) о dell'INSEE (2.000 abitanti agglomerati nel capoluogo), mi attengo qui ai principî elaborati in una ricerca sulle città alpine (Bartaletti, 1998) e leggermente modificati in un contributo presentato al XXVIII Congresso Geografico Italiano (Roma, 19-21 giugno 2000) 2. In

1. Per la Liguria, sono ammesse quote meno elevate del territorio comunale e délie localité abitate. Apposite norme per- mettono poi di includere comuni di fondovalle situati a bassa quota, ma profondamente incuneati in zone montane. 2. In conseguenza di ciô, rispetto alla ricerca del 1998 si è avuto l'inserimento dei comuni di Baselga di Piné (Tn), Lavena Ponte Tresa (Va), Laveno Mombello (Va) e Saint Cristophe (Ao).

REVUE DE GÉOGRAPHIE ALPINE 2001 №1

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